di Matteo Bellocchio
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Questo articolo fa parte della serie sull’Isola di Pasqua. Questi sono gli altri link:
– ISOLA DI PASQUA: una canzone dalla fine del mondo, guardando l’infinito alle spalle dei moai
– ISOLA DI PASQUA: itinerario di 5 giorni a Rapa Nui (giorno #1 e #2)
– ISOLA DI PASQUA: itinerario di 5 giorni a Rapa Nui (giorno #3)
Giorno 4 – Trekking e relax al mare
Partiamo prestissimo, che è ancora buio. Vogliamo tornare a Tongariki per vedere il sole sorgere alle spalle dei moai. L’attesa viene ripagata con i colori pazzeschi che segnano il passaggio dalle tenebre alla luce.
Con gli occhi ancora pieni di tanta meraviglia ci rechiamo ad Ahu Akivi, l’unico posto in cui i moai sono rivolti verso il mare. Il villaggio, infatti, a differenza di tutti gli altri, sorgeva tra le statue e la costa, e non nell’entroterra. I sette moai avevano anche una funzione astronomica: tutti puntano lo sguardo nel punto esatto in cui tramonta il sole durante gli equinozi.
Lasciamo la macchina al loro cospetto e a piedi puntiamo verso la cima di Maunga Terevaka, il monte più alto di Rapa Nui, che raggiunge la ragguardevole altitudine di 507 (!) metri. Il trekking prevede una “semplice” scarpinata di un paio d’ore. Dalla vetta si gode di una vista a 360 gradi sull’intera isola, e si capisce quanto sia piccola e dispersa nel nulla.
Dopo questa faticaccia torniamo ad Anakena, e ci godiamo le ultime ore qui alla fine del mondo. Uno spettacolare tramonto incendia il cielo di una tonalità di rosso e giallo che fa commuovere.
Giorno 5 – Iorana
Il volo parte nel primo pomeriggio, e quindi dedichiamo la mattina per vedere una parte della città da cui non eravamo ancora passati. Visitiamo la caratteristica chiesa cattolica e facciamo un ultimo giro al porto, per acquistare i regali per noi e per i nostri amici.
Il momento dei saluti arriva però troppo presto, ed è tempo di rientrare nel continente. Sappiamo però, senza bisogno di dircelo, che questa esperienza rimarrà indelebile nella nostra memoria.
Lasciamo Rapa Nui con questa immagine-simbolo: i moai abbandonati di Rano Raraku, il vulcano-miniera delle statue. I monoliti, già in avanzato stato di lavorazione, se non addirittura terminati nella lavorazione, furono abbandonati a causa della guerra tribale. Triste destino ma anche felice futuro: fu proprio grazie al loro stato di “apolidi” che evitarono di venir distrutti o, peggio ancora, di essere ribaltati a testa in giù come spregio del loro potere.
Iorana!
Questo articolo fa parte della serie sull’Isola di Pasqua. Questi sono gli altri link:
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– ISOLA DI PASQUA: itinerario di 5 giorni a Rapa Nui (giorno #1 e #2)
– ISOLA DI PASQUA: itinerario di 5 giorni a Rapa Nui (giorno #3)
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